SCOPO DELLA CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA

Secondo la teoria proposta da Goleman le emozioni e sensazioni provate non hanno una valenza negativa o positiva, ma è la loro gestione che può renderle positive o deflagranti. Per l’applicazione di tecniche comportamentali sono indispensabili due grandi competenze: una personale, legata al modo in cui controlliamo noi stessi, ed una sociale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.

ESEMPIO DI APPROCCIO EDUCATIVO SPERIMENTALE

Sul piano pratico è interessante analizzare il metodo PATHS di alfabetizzazione emotiva introdotto in via sperimentale in alcune scuole americane (Greenberg, M. T., & Kusché, C. A., 2009) per supportare i bambini nello sviluppo consapevole di gestione di sè stessi in relazione con il mondo esterno. L’approccio educativo scomponibile in cinque box, formano dalla loro unione un cerchio, dovendo ciascuno essere sviluppato equamente rispetto ai restanti e in modo armonico.

  • Il primo box riferito al self-management calma la stimolazione emotiva dovuta a modifiche dello stato interno o a stimolazioni esterne.
  • Il secondo accresce la consapevolezza emotiva degli altri.
  • Il terzo prevede la discussione aperta delle proprie sensazioni per evitare attriti interpersonali.
  • Il quarto promuove la pianificazione per evitare situazioni critiche.
  • L’ultimo consiste nel tenere in considerazione l’effetto del proprio comportamento sull’altro.

Se ciascuna persona si sintonizzasse con gli stati d’animo degli altri soggetti sviluppando le competenze emotive menzionate, molti dei disordini mentali determinati dalla mancata gestione di una di esse potrebbero essere prevenuti (Greenberg, M. T., & Kusché, C. A., 2009).

SCOPO DELL’ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA

Esempi di malattie mentali che un programma educativo preventivo potrebbe anticipare sono le afflizioni come l’ansia, i disordini del comportamento, la depressione e le fobie, escludendo dall’elenco le malattie psichiatriche e biologiche.

I programmi di alfabetizzazione emotiva secondo Goleman non mirano a cancellare gli stati negativi indispensabili per dare sapore alla vita. Essi però devono essere compensati con quelli positivi determinando il senso di benessere psicologico. Le persone soggette a rabbia o depressione possono provare un senso di benessere se controbilanciano i sentimenti negativi con parentesi ugualmente felici o serene.

La loro strategia principale fornisce gli strumenti necessari per monitorare gli stimoli che fanno piombare il soggetto nella spirale di pensieri negativi

Questi studi hanno inoltre affermato l’indipendenza dell’intelligenza emotiva da quella scolastica, in quanto hanno rivelato la presenza di una correlazione scarsa o nulla fra il Q.I. e il benessere psicologico. Nelle scuole in cui sono stati implementati programmi di alfabetizzazione emozionale hanno avuto impatto positivo non solo sulla condotta sociale ed emotiva di ciascun allievo, ma anche sull’apprendimento.

La sede preferibile di applicazione è la scuola per la sua profonda capillarità essendo frequentata da tutti i ragazzi senza esclusione alcuna. Inoltre, questi esercizi, per renderli un vero e proprio stile di vita possono essere replicati in completa autonomia a casa dai ragazzi i quali, intensificando la gestione dell’emotività possono apprendere e padroneggiare tecniche di consapevolizzazione e modulazione delle azioni.

Per i bambini delle ultime classi della scuola primaria ho ideato e pubblicato su http://www.espressivamente.org/index.php/eam/article/view/183 un gioco rivolto da apprendere in gruppo, ma ripetibile, oltre che a scuola, autonomamente, in qualsiasi altro momento della giornata, anche al di fuori del momento formativo, per rendere la self-management emotiva un’abilità naturale.